Tre haiku di Antonio Sacco tratti dalla sezione autunnale del libro Eppure ancora i nespoli (Nulla die edizioni, 2020), con commento dell’autore.
Selezione di Leonardo Lazzari.
compongo versi –
nei campi un contadino
traccia dei solchi
In ogni haiku, la toriawase in esso contenuto pone al lettore un interrogativo al quale rispondere: qual è la relazione o il collegamento fra le due immagini proposte? Perché lo haijin (autore di haiku) ha giustapposto proprio quelle due particolari immagini? In questo componimento troviamo l’immagine dello haijin che compone dei ku (verso, momento poetico) e, subito dopo lo stacco, quella di un contadino che ara un campo (kigo autunnale in quanto fase preliminare della semina): dove risiede la connessione fra questi due gesti? Ebbene, da un punto di vista etimologico, verso deriva dal latino versus, participio passato di vertere: volgere (la terra) e quindi successivamente tornare a capo e reiterare il procedimento come quando si tracciano dei solchi in un campo o si scrive una poesia, tornando a capo prima che la linea tipografica sia stata completata. È questo uno haiku che fa luce sulle insospettate connessioni fra lavoro il lavoro fisico e manuale nella terra e il lavoro intellettuale di produzione poetica.
cala la notte:
imparo dall’autunno
come cadere
L’autunno è per antonomasia la stagione che, più di ogni altra, fa pensare alla caducità e all’impermanenza delle cose che abitano questo mondo; è, sotto questo aspetto, maestra di vita. Cadere e poi rialzarsi, morire per poi tornare a rinascere: ecco le tematiche a cui sembra alludere questa poesia haiku; «cadi sette volte, rialzati otto» recita un vecchio adagio giapponese, poiché ciò che conta non è il cadere ma il come lo si fa e, soprattutto, l’imparare dalla caduta a rialzarsi, poi, più forti e determinati di prima.
senza commiato –
eppure ancora i nespoli
stanno fiorendo
Dedicato a un mio caro amico volato in cielo un giorno d’autunno, mentre ancora i fiori dei nespoli stavano sbocciando.
Immagine: Antonio Sacco, Eppure ancora i nespoli, Nulla die edizioni, 2020.